Anish kapoor
India, 1954
| Blue-Chip Representation
| Top 10 India
Anish Kapoor è uno degli scultori più influenti della sua generazione, protagonisti della scultura inglese degli anni Ottanta. Forse più famoso per le sculture pubbliche che sono sia avventure nella forma che imprese ingegneristiche, Kapoor si muove tra scale molto diverse, attraverso numerose serie di lavori. Luce e ombre, negativo e positivo, maschile e femminile, materiale ed immateriale, interno ed esterno, pieno e vuoto, concavo e convesso, lucido ed opaco, liscio e ruvido, naturale ed artificiale, rigido e morbido, solido e liquido, attivo e inerente, e in definitiva ordine e disordine, non sono che alcune delle polarità che concretizzano l'universo sensibile, forgiate della sensualità della forma e metabolizzano il mistero della vita.
Le forme si capovolgono, come un grembo materno, e i materiali non sono dipinti ma impregnati di colore, quasi a negare l'idea di una superficie esterna, invitando lo spettatore all'interno dell'immaginazione. Le forme geometriche di Kapoor dei primi anni '80, ad esempio, si alzano dal pavimento e sembrano fatte di puro pigmento, mentre le viscose sculture di cera rosso sangue degli ultimi dieci anni – cinetiche e autogeneranti – devastano le proprie superfici ed esplodere la quiete dell'ambiente in cui si trovano, veicolando lo sguardo dello spettatore verso l'infinito e verso le viscere della terra. Ci sono risonanze con le mitologie del mondo antico – indiano, egiziano, greco e romano – e con i tempi moderni.
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